INFORMAZIONI A TEMA

La Carie

L'Ascesso

La Stomatite

La Carie

  1. Che cos’è
    La carie è un processo di distruzione dei tessuti duri del dente (smalto e dentina) provocato da batteri. Tale processo si estende in profondità partendo dalla superficie con progressiva demineralizzazione e successiva dissoluzione del dente. La Carie deve essere distinta da altre affezioni degenerative dei denti che non avvengono su base infettiva, quali l'erosione, l'abrasione, l'usura e la decalcificazione, che pure sono caratterizzate dallo stesso fenomeno di demineralizzazione progressiva.
    Le varie statistiche riferiscono un'incidenza intorno al 90% della popolazione. L'età giovanile è decisamente quella più colpita. In condizioni normali, fra i singoli denti appaiono più soggetti al processo carioso in ordine decrescente i primi molari, i secondi molari, i premolari, gli incisivi centrali superiori, quelli laterali e i canini. I soggetti longilinei, rispetto ai brachitipi, sarebbero colpiti per circa il 40% dei casi in più.

  2. Quali cause
    La carie riconosce una serie di cause che devono essere tutte presenti per innescare il processo: 1. L'organismo ospite, con i suoi denti; 2. I batteri; 3. Il substrato per i microrganismi (ad esempio, lo zucchero). L'adesione dannosa dei batteri sui denti non avviene se prima lo smalto non ha acquisito un rivestimento organico ("pellicola acquisita"), sul quale i batteri, grazie alla precipitazione delle proteine salivari, formano la placca dentale o "placca batterica". A seconda della collocazione della placca batterica (sopra o sottogengivale) si avrà l'evoluzione verso la carie o verso la gengivite. È bene ricordare che la placca può anche mineralizzare e trasformarsi in tartaro.
    I fattori che favoriscono lo sviluppo della placca batterica sono l'inadeguata igiene orale e le malposizioni dei denti, in quanto risulta più disagevole lo spazzolamento.
    Atre condizioni che favoriscono l'attacco dei batteri sono una minore calcificazione dello smalto o una saliva particolarmente densa, fattori, questi, che hanno anche una componente ereditaria.
  3. Come si presenta
    La carie inizia con maggiore frequenza sulle zone più vulnerabili dei denti: superficie occlusale (faccia masticante dei denti), margine gengivale, superficie interprossimale (fra i denti). Nelle fasi iniziali, la carie, a seguito del processo di demineralizzazione, determinerà un'alterazione del colore dello smalto dal nero al marrone. A seguito della distruzione e della dissoluzione del tessuto dentale si osserverà un vero e proprio cratere circondato da tessuto dentale dall'aspetto rosa madreperla. Nelle fasi più avanzate di distruzione si assisterà alla frattura di porzioni della corona del dente che perderà sempre di più l'aspetto anatomico tipico del dente stesso. Si può anche assistere ad una reazione ipertrofica della polpa del dente che cresce in maniera abnorme riempiendo parte della cavità cariosa.
  4. Evoluzione
    Inizialmente la carie inizia sulla superficie esterna del dente (smalto). I batteri presenti nella placca dentale, in presenza di zuccheri, iniziano il processo di demineralizzazione dello smalto attraverso gli acidi prodotti dal loro metabolismo. In questa fase, la carie è asintomatica in quanto lo smalto è un tessuto privo di afferenze nervose. Il processo carioso invade successivamente la dentina sottostante e generalmente residuano solo delle pareti di smalto non sostenute e quindi molto fragili. Spesso queste pareti si fratturano facilmente sotto il carico masticatorio. La carie si propaga sempre più vicino la polpa del dente che inizia ad infiammarsi (pulpite) e ciò determina la comparsa della sintomatologia dolorosa. Questa è evocata da variazioni termiche, cibi dolci o salati e compressione del cibo sul dente. Generalmente il dolore scompare sospendendo lo stimolo. L'intensità del dolore è direttamente proporzionale alla profondità della carie.
    Se non si interviene terapeuticamente, la carie della dentina avanza e si avvicina alla camera pulpare, determinando la pulpite. La pulpite è quindi un tipico fenomeno infiammatorio determinato dalla liberazione da parte dei batteri di tossine in prossimità della polpa. Al momento della comunicazione diretta tra cavità cariosa e camera pulpare si verificherà un processo di necrosi. Le sostanze tossiche derivate dal tessuto pulpare necrotico, unitamente alle tossine batteriche, possono fuoriuscire dal forame apicale della radice del dente e venire a contatto con il tessuto osseo. L'organismo reagisce costituendo una barriera all'avanzamento delle tossine formando un granuloma apicale, che inizialmente è asintomatico, è quindi rilevabile solo radiograficamente.
    Se la carica batterica aumenta ancora o diminuiscono le capacità difensive dell'organismo si determinerà l'ascesso periapicale, che invece è molto doloroso e determinerà il tipico gonfiore della faccia.
  5. Problemi associati
    Denti necrotici e lesioni periapicali costituiscono un'infezione focale, a causa della possibilità da parte dei batteri o delle loro tossine di entrare in circolo verso un distretto dell'organismo lontano dall'infezione iniziale. Fra le malattie per le quali il meccanismo dell'infezione focale (malattia focale) è spesso chiamato in causa per chiarire l'insorgenza del quadro morboso, le più importanti sono: malattie reumatiche (artriti, poliatriti croniche), malattie dell'apparato urogenitale (nefriti), malattie dell'apparato cardiovascolare (endocarditi), malattie ematiche, malattie oculari (retiniti, congiutiviti).
  6. Cosa fare
    Rivolgersi al proprio odontoiatra di fiducia per eseguire dei controlli semestrali. In base alla propria cariorecettività (ossia la tendenza individuale a cariare i propri denti) valutata dallo specialista si potranno utilizzare prodotti per l'igiene orale più idonei a proteggere i propri denti e a prevenire l'insorgenza della carie.
  7. Come si previene
    Il metodo migliore per prevenire la carie è rinforzare lo smalto dei denti attraverso il Fluoro. Il Fluoro è un minerale presente in natura, contenuto in numerosi alimenti e nell'acqua. Questo minerale si è dimostrato efficace nel ridurre l'insorgenza della carie del 40%. La Fluoroprofilassi (ossia l'utilizzo del Fluoro per prevenire la carie) viene eseguita negli Studi Odontoiatrici e domiciliarmente. Negli Studi si utilizza il Fluoro per via topica (generalmente in forma di gel o in soluzione) attraverso delle applicazioni sui denti ripetute nel tempo (generalmente 4 applicazioni ogni due anni). A casa, la Fluoroprofilassi viene distinta a seconda dell'età del soggetto. Nel bambino (da 3 ai 12 anni), a seconda delle sue abitudini alimentari, può essere somministrato il Fluoro in compresse masticabili (tali compresse devono essere prescritte dal pediatra o dall'odontoiatra). Nei soggetti in cui il processo di calcificazione dei denti è ormai concluso, si potrà utilizzare il Fluoro presente in appositi colluttori. Sarà sufficiente effettuare degli sciacqui di almeno un minuto due volte al dì ogni sette giorni ed utilizzare un dentifricio contenente fluoro. È bene consultare il proprio odontoiatra o la sua igienista dentale, anche se questi prodotti non necessitano ricetta medica. Non dimentichiamo, però, che è la pellicola acquisita (cioè il cibo sciolto nella saliva) la causa iniziale di tutti i problemi, per cui è bene non perdere l'abitudine di lavarsi i denti dopo ogni pasto, attrezzandosi, magari, di uno spazzolino portatile o da viaggio.

 

L'Ascesso

  1. Che cos’è
    L'ascesso è per definizione una raccolta di pus, ossia un insieme di cellule appartenenti al sistema immunitario che hanno ingerito i batteri e stanno distruggendo un focolaio infettivo. Esso rappresenta, infatti, un processo infettivo acuto caratterizzato da una raccolta purulenta (pus) in una cavità neoformata. Da un punto di vista odontoiatrico, l'ascesso può avere origine dagli apici dentari o dai tessuti di sostegno dei denti, dalle tonsille, dalle ghiandole salivari, da corpi estranei. I tipi di ascesso di più comuni riscontrati sono l'ascesso causato dal dente cariato non curato (ascesso odontogeno) e quello causato da una malattia delle gengive, la parodontite, che crea delle tasche intorno ai denti che finiscono poi per far diventare mobili i denti (ascesso parodontale).

  2. Quali cause
    Le cause eziologiche sono molteplici e si distinguono in fisiche (radiazioni e corpi estranei), chimiche (batteri, miceti) e biologiche (tossine animali e vegetali, molecole diventate estranee dopo processi degenerativi). L'infezione dentaria causata dai batteri rappresenta la causa principale dell'ascesso.
  3. Come si presenta
    L'ascesso si presenta, nelle fasi avanzate, come un gonfiore sulla gengiva e mucosa localizzata nella zona del dente interessato. Sul volto del paziente apparirà un'asimmetria più o meno evidente, che può anche deformare completamente il viso. Per esempio, un ascesso dovuto ad un'infezione del dente del giudizio in disodontiasi può manifestarsi sulla guancia o sul collo. La sintomatologia è imponente, con dolore intenso, irradiato a più aree del volto. Nel caso di ascesso parodontale, il paziente avvertirà un senso di allungamento del dente ed il dolore sarà accentuato dalla masticazione.
  4. Evoluzione
    L'ascesso tende ad aprirsi una via di drenaggio attraverso i tessuti molli circostanti, cute o mucose, creando così una fistola che sbocca più frequentemente nel cavo orale, ma che può anche raggiungere l'esterno del volto, lasciando poi anche delle cicatrici visibili. L'estensione della raccolta di pus che può estendersi ai tessuti connettivi sottostanti viene definita flemmone. Nel caso di ascesso parodontale, a seguito della propagazione del processo, si avrà una mobilità progressiva dei denti. La sintomatologia acuta si aggrava con insorgenza di febbre, aumento del gonfiore sul viso e del dolore.
  5. Problemi associati
    Denti necrotici e lesioni periapicali costituiscono un'infezione focale, a causa della possibilità da parte dei batteri o delle loro tossine di entrare in circolo verso un distretto dell'organismo lontano dall'infezione iniziale. Le malattie più importanti per le quali il meccanismo dell'infezione focale (malattia focale) è spesso chiamato in causa per chiarire l'insorgenza del quadro morboso, sono: malattie reumatiche (artriti, poliatriti croniche), malattie dell'apparato urogenitale (nefriti), malattie dell'apparato cardiovascolare (endocarditi), malattie ematiche, malattie oculari (retiniti, congiutiviti).
  6. Cosa fare
    Rivolgersi al proprio odontoiatra di fiducia ed evitare l'uso di prodotti specifici senza prescrizione medica. La terapia è basata su tre momenti, di cui il primo mira al ripristino delle condizioni generali, il secondo all'alleviamento del dolore ed il terzo all'eliminazione della causa scatenante.
  7. Come si previene
    Per prevenire l'insorgenza di malattie alle gengive ed ai denti è fondamentale effettuare una visita di controllo periodica presso il proprio odontoiatra di fiducia. L'igiene orale professionale rappresenta un momento non solo estetico ma soprattutto di prevenzione. Esso elimina infatti l'eccessiva colonizzazione batterica dei denti (placca), purtroppo invisibile e causa principale dei problemi qui trattati. Ricordate che le operazioni di igiene orale non sono istintive. Esse sono un'abitudine da imparare attraverso le istruzioni che vi verranno fornite dall'odontoiatra o dall'igienista dentale durante la visita.

 

La Stomatite

  1. Che cos’è
    La stomatite è una malattia della mucosa orale di natura infiammatoria e, in qualche caso, anche di natura distrofica, cioè con un'alterazione del normale aspetto della mucosa. Si ricorda che la mucosa orale comprende le gengive, le guance, il palato, la faccia interna delle labbra e la lingua.
    È necessario distinguere innanzitutto tra stomatite dovuta a fattori locali e stomatite intesa come manifestazione locale di una malattia generale. Quest'ultima può essere di tipo infettivo (tifo, varicella, morbillo, scarlattina, difterite), di tipo ormonale (stato mestruale, gravidanza), di tipo carenziale (ipo- e avitaminosi), di tipo dismetabolico (diabete, stati dispeptici, uremia).

  2. Quali cause
    Le cause locali di stomatite possono essere le più varie: meccaniche, termiche, chimiche, scarsa igiene orale. Si può avere una stomatite anche come complicanza della eruzione difficile di un dente del giudizio, lesione questa che però caratterizza il lato sede del dente.
    Oggi è riconosciuto anche il ruolo dello stress quale concausa per lo sviluppo della stomatite aftosa, attraverso una diminuzione dell'immunità locale.
  3. Come si presenta
    I sintomi tipici della stomatite sono alito fetido, scialorrea (aumento della secrezione di saliva), sanguinamento delle gengive, febbre, ingrossamento dei linfonodi e dolori spontanei che vengono accentuati dalla masticazione. Spesso compaiono sulla mucosa una o più aree ulcerate (afte) oppure delle zone della mucosa particolarmente arrossate, ben distinguibili dalla mucosa sana circostante (ad esempio, nella stomatite al di sotto di una dentiera - stomatite da protesi).
    È bene sottolineare che la mucosa orale e la lingua rivestono un particolare ruolo nella diagnosi di alcune malattie infettive ed esantematiche. Queste, infatti, si manifestano quasi sempre per prime proprio nella bocca.
  4. Evoluzione
    La stomatite insorge quasi sempre dal margine gengivale come gengivite, estendendosi poi alla mucosa gengivale e alla guancia. Nella stomatite aftosa si ha la comparsa di ulcere direttamente nella sede d'insorgenza, soprattutto la faccia interna delle labbra e delle guance. L'evoluzione del quadro sintomatologico non supera di solito i 7-8 giorni. In ogni caso, è necessario eliminare tutte le concause, come ad esempio la scarsa igiene orale, l'alimentazione difettosa e, nei soggetti portatori di protesi, eventuali bordi taglienti. Nelle stomatiti dovute ad intossicazioni da metalli (ad esempio il mercurio e il piombo) sarà necessario anche eliminare la fonte di intossicazione.
  5. Problemi associati
    Esistono delle forme di stomatite con evoluzione particolarmente grave. La diagnosi di queste affezioni è di pertinenza dello specialista odontoiatra. La stomatite non trattata o curata con una terapia errata (ad esempio attraverso l'uso incondizionato di antibiotici) può creare una infezione da miceti (funghi) con comparsa di una patina cremosa biancastra aderente alla mucosa.
  6. Cosa fare
    Applicare localmente corticosteroidi sulle lesioni dolorose; la loro azione si esplica riducendo la durata delle ulcere e della sintomatologia, facilitando, in ultima analisi, il processo di guarigione.
    È indicato anche l'uso di un colluttorio antisettico, nella forma di una soluzione acquosa di clorexidina allo 0,12%.
    È ovvio che nelle stomatiti che riconoscono una chiara origine carenziale, come nel caso di ipovitaminosi, bisognerà associare una opportuna terapia vitaminica di sostegno.
  7. Come si previene
    Uno dei fattori predisponenti è un'alimentazione difettosa e, come conseguenza, una carenza di vitamine. Queste, infatti, giocano un ruolo importantissimo nella formazioni di anticorpi e nella possibilità di superinfezioni (ad esempio nelle infezioni da parte di funghi). Per questo motivo, è bene alimentarsi in maniera equilibrata con un giusto apporto di frutta e verdura.
    Anche la scarsa igiene orale rappresenta un fattore sfavorevole. Pertanto, è consigliabile rivolgersi al proprio odontoiatra per tenere sempre sotto controllo la propria igiene orale.